martedì 27 maggio 2008

LETTERA D'AMORE IN UN POMERIGGIO DI GIUSTA DISTANZA

LETTERA D'AMORE IN UN POMERIGGIO DI GIUSTA DISTANZA


Claudia, fiore,

Le cose vanno viste alla giusta distanza. Troppo occupato da pensieri devianti, perdo ogni giorno il significato dei miei ricordi, se non li salvo in una fotografia. Per questo sono seduto in una panchina di confluenza, tra le scale e il corridoio. I Dik Dik dell’Isola di Wight e le zanzare sono la mia compagnia, ma stavolta ho un pensiero nitido e diretto. Guardo il fondo del corridoio, lì dove l’ingresso del salone si riflette sul pavimento come un palazzo di libri in una pozzanghera di luce del pomeriggio. E vedo noi, tra la libreria bianca, montare da estranei il tuo portacd, e quella estraneità durare i pochi metri dal salone al bagno. Non capirò mai cos’è l’amore, se non trovo il tempo per ricordarlo. Se permetto alle brutture di ogni giorno di corroderlo. L’amore è quella carezza unica che si posa su due sguardi soli e li concentra su un unico orizzonte. E l’amore è un regalo, di te che cedi la tua energia e i tuoi giorni più belli e sofferenti a me, che arrivai per caso e resterò per un buon motivo: tu

Ti amo, e ho il groppo in gola, perché quasi piango di gioia.

Gianluca*