Non parlo spesso di Claudia. Ne parlo sempre, ma nascondendola in scatole cinesi che sono personaggi o cenni negli articoli che scrivo. Stavolta invece voglio spiegare una sensazione, che solo per me è acquisita. "Il treno io l'ho preso e ho fatto bene", canta De Gregori. Per che cosa, pensano in tanti, scappare dall'aula di Milano a Santa Marta, correre verso Piazzale Cordusio, o magari tagliare tra San Vito e via Torino verso il Duomo per centrare il notturno delle 19:45? In quelle cuccette dove si è obbligati a dormire poco e male, a pensare nelle lunghe ore della notte idee nate a Bologna e a Napoli già dimenticate, in quel silenzio, in quella semioscurità mi preparo a rivederla. Perchè è la visione di quegli occhi, il profumo della pelle, la carezza di quella voce che dà senso ai crampi, al mal di schiena, allo schifoso caffè da treno. Rivedi Claudia, a Rosarno, Gioia Tauro, a Reggio Calabria, e risenti i brividi dentro. L'amore.
sabato 13 gennaio 2007
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